Il progetto REMEDIA LIFE arriva in classe! 

Coinvolgimento e partecipazione attiva di oltre 100 studenti alle attività di sensibilizzazione  ambientale inserite nel progetto europeo REMEDIA LIFE – Remediation of Marine  Environment and Development of Innovative Aquaculture, coordinato dall’Università del  Salento, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali in collaborazione  con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero  del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IAMC-CNR) e l’impresa MARICOLTURA MAR  GRANDE di Taranto. 

Le classi 3aB, 3aD, 4aB, 4aD e i rappresentati della 3aA e 5aB del Liceo L. Pepe – A. Calamo” di Ostuni hanno scoperto da vicino l’acquacoltura e il sistema IMTA (Acquacoltura multi trofica integrata) in fase di sperimentazione presso l’impianto di maricoltura Mar Grande  di Taranto. Le attività didattiche innovative e interattive, ideate e realizzate da Cinzia  Zugolaro incaricata dell’Università del Salento, hanno permesso di apprendere e conoscere l’ecosistema marino e la sua composizione, le principali minacce che lo stanno  compromettendo e l’importanza della sua tutela. Gli studenti hanno osservato e toccato  con le proprie mani alcuni esemplari di spugne, utilizzati nel sistema IMTA e hanno avuto  modo di prendere parte al gioco di ruolo e proporre le proprie idee sui possibili utilizzi  della biomassa prodotta da un impianto di acquacoltura. I temi più dibattuti hanno  riguardato la maricoltura sostenibile, azioni di sensibilizzazione ambientale rivolte alla  cittadinanza, politiche di salvaguardia e valorizzazione dei prodotti ittici locali e lo  sviluppo di modelli sperimentali di “Green economy”. In primavera 2021 tutte le classi 

aderenti al percorso didattico, i nuclei familiari e la comunità locale saranno invitati a  partecipare alla prossima edizione di “REMEDIA Life on the beach”, un evento itinerante  che permetterà di conoscere il progetto e le attività previste sul territorio e di fare una  degustazione comparata di pesce allevato con metodi tradizionali e di pesce allevato con  tecniche biologiche in impianti IMTA. 

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare la pagina del nostro progetto e a seguirci  sui social: 

https://remedialife.eu/ 

https://www.facebook.com/Remedialife-2063910857196497/

Sta per partire ufficialmente il terzo e ultimo ciclo di produzione del progetto REMEDIAlife (REmediation of Marine Environment and Development of Innovative Aquaculture), coordinato dal Disteba (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali) dell’Università del Salento, che ha come obiettivo il miglioramento dell’ambiente in cui si pratica l’acquacoltura. Il prossimo dicembre si concluderà il secondo ciclo produttivo e andrà valutata la variabilità di produzione delle biomasse degli organismi (alghe e invertebrati: anellidi, policheti e spugne).

 

Lo scorso dicembre, in occasione della messa in loco dei nuovi collettori, erano stati tirati a secco quelli dell’anno precedente, per la valutazione della produzione del primo ciclo. Ma una parte, circa la metà, era stata lasciata in loco per capire se fosse più remunerativo mantenere alcuni organismi per più di un anno. Partendo da questi presupposti, sono state fatte alcune valutazioni sulle metodologie da applicare che possano far ottenere migliori risultati:

– per quanto riguarda le macroalghe, sono state utilizzate due specie, con un ciclo che dura al massimo 6 mesi, e che consente due raccolte all’anno: ottobre-marzo e aprile-settembre;

– per quanto riguarda i policheti, la raccolta dopo un anno e mezzo offre migliori risultati, con una biomassa addirittura raddoppiata. Il ciclo dei policheti necessita quindi di 21 mesi, e andrebbe da ottobre al luglio dell’anno successivo. Risultati simili si sono ottenuti per le spugne, le cui tempistiche  potrebbero essere parallele a quelle dei policheti.

 

Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria non è stato possibile lavorare nelle migliori condizioni; tuttavia i collettori sono stati messi in loco. Le biomasse del secondo ciclo di produzione per gli invertebrati saranno valutate l’estate prossima (luglio 2021), mentre la produzione del terzo ciclo, quello che attualmente il team sta mettendo in mare, sarà effettuata nel luglio 2022. Già la prossima estate, quindi, la squadra che lavora al progetto, e che si è fatta conoscere in tutto il mondo per la scoperta della “barriera corallina” al largo di Monopoli (Ba), la prima nel Mediterraneo, sarà in grado di ottenere delle linee guida per chiunque voglia replicare l’esperienza.

 

Ricordiamo che il progetto è finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito dei progetti programma LIFE Environment della Commissione Europea, con durata di 4,5 anni quadriennale (luglio 2017- dicembre 2021). Vale complessivamente 2,48 milioni di euro, ed è nato nel Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell’Università del Salento, in collaborazione con la sede IRSA CNR di Taranto, il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari e l’impresa Maricoltura Mar Grande s.r.l. Tutte le informazioni sull’iniziativa sono disponibili sul sito www.remedialife.eu e sui social (Facebook: https://www.facebook.com/remedialife/ e Twitter @LifeRemedia).

Continuano le attività del team del progetto REMEDIAlife (REmediation of Marine Environment and Development of Innovative Aquaculture), coordinato dal Disteba (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali) dell’Università del Salento, che ha come obiettivo quello di migliorare l’ambiente in cui si pratica l’acquacoltura. Il gruppo di ricerca, che si è fatto conoscere in tutto il mondo per la scoperta della “barriera corallina” al largo di Monopoli (Ba), la prima nel Mediterraneo, è stato contattato da NOFIMA, Istituto norvegese per la ricerca alimentare, della pesca e dell’acquacoltura, che sta lavorando a un progetto analogo, “AQUABIOPRO-FIT”, che svilupperà proteine e bioattivi di alta qualità provenienti dall’acquacoltura, dalla pesca e dai sottoprodotti di ambedue i settori, e con cui potrebbe nascere una stretta collaborazione.

NOFIMA è una delle più grandi realtà di istituti di ricerca applicata a livello industriale in Europa, che svolge attività per l’industria alimentare, della pesca e dell’acquacoltura, con particolare attenzione alla lavorazione e allo sviluppo delle materie prime, alla qualità degli alimenti e dei mangimi animali, alla salute umana. Le ricerche dell’istituto norvegese sono concentrate sulla valorizzazione delle biomasse, in particolare provenienti da sottoprodotti a basso valore dell’industria alimentare, dei mangimi marini e biomasse marine inutilizzate ad alto valore potenziale, e dai sottoprodotti della pesca e biomasse prodotte con i sistemi IMTA. Proprio quest’ultimo è uno degli obiettivi del progetto Italiano REMEDIAlife, e per l’implementazione dei processi deve esserci una stretta collaborazione tra ricerca, enti regolatori e industria, che include la comprensione del mercato attuale e la previsione degli sviluppi dei mercati attraverso un ampio set di strumenti per il marketing e la ricerca dei consumatori. Combinando questa indagine con la ricerca di bioprocessing e scale-up, è possibile sviluppare un prodotto forte con un vero potenziale commerciale.

AQUABIOPRO-FIT si occupa infatti anche degli aspetti legislativi e dei regolamenti associati all’utilizzo di biomasse di sottoprodotti marini come materia prima per ingredienti alimentari, nuovi alimenti, e degli standard che devono essere rispettati. Il progetto studia la fattibilità economica delle tecnologie sviluppate mediante la valutazione dei costi del ciclo di vita (LCC) determinando i punti critici per l’ottimizzazione. Analizza gli impatti e i benefici ambientali mediante la valutazione del ciclo di vita (LCA). E implementando la valutazione del ciclo di vita sociale (S-LCA) dei processi innovativi, si concentra sulla loro interazione con la società nell’influenzare l’organizzazione sociale, l’occupazione e la percezione pubblica. Tutti aspetti che riguardano anche REMEDIAlife, che ha la sua “casa” nell’impianto Maricolturamargrande di Taranto.

Ad un anno dall’inizio del progetto REMEDIAlife, i ricercatori sono ora in grado di fare previsioni più accurate sulla quantità di biomassa che si può produrre, ma bisogna anche cominciare a pensare al possibile trattamento di tali biomasse per la realizzazione di mangimi, fertilizzanti e altro, con la previsione di sviluppare inizialmente una start-up che si occupi della lavorazione e dell’inclusione nel mercato, dal momento che l’Italia su questo fronte è ancora arretrata. Sarà sicuramente questo uno dei temi principali del prossimo Focus Meeting che il team di REMEDIAlife sta organizzando per il prossimo febbraio 2020, con l’auspicio di riuscire a ospitare qualche rappresentante del progetto norvegese.