Proseguono a gonfie vele le attività del team del progetto REMEDIAlife (REmediation of Marine Environment and Development of Innovative Aquaculture), coordinato dal Disteba (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali) dell’Università del Salento, che ha come obiettivo il miglioramento dell’ambiente in cui si pratica l’acquacoltura.
Ora il gruppo si allarga, e dal momento che uno degli scopi dell’intero progetto è quello di disseminare i risultati e applicare le metodologie anche in altre strutture, i ricercatori di Bari hanno preso contatti con il Consorzio Gargano Pesca, presieduto dalla dottoressa Michela Cariglia, hanno visitato i loro impianti a Manfredonia (Fg) e hanno impiantato le spugne, per stabilire se il sistema funziona anche in altre aree.
Il progetto del comune garganico punta a integrare specie commestibili e non, facendo convivere allevamenti ittici con quelli di spugne, ed è finalizzato a mostrare che attraverso l’acquacoltura integrata possono migliorare le condizioni delle acque in zone geografiche diverse.
Il gruppo di Bari del progetto REMEDIAlife ha rilevato negli impianti la presenza naturale di spugne autoctone, le ha raccolte e inserite su appositi collettori e ne sta monitorando l’accrescimento, da comparare con quello ottenuto nell’impianto di Taranto dove si svolge il REMEDIA. Si tratta di svariate specie, che possono avere una destinazione commerciale soprattutto sia per l’estrazione di collagene e in farmaceutica.
Un’ulteriore conferma, quindi, del fatto che gli studi di questo gruppo di ricerca, che si è fatto conoscere in tutto il mondo per la scoperta della “barriera corallina” al largo di Monopoli (Ba), la prima nel Mediterraneo, avranno un forte impatto anche nella ricerche più applicative che coinvolgono direttamente la vita di tutti i giorni.
REMEDIAlife, che ha la sua “casa” nell’impianto Maricolturamargrande di Taranto, si prepara nelle prossime settimane a ospitare il suo secondo Focus Meeting, dopo il successo di quello dello scorso anno, per fare il punto della situazione sui progressi della ricerca.
Il progetto è finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito dei progetti programma LIFE Environment della Commissione Europea, con durata di 4,5 anni quadriennale (luglio 2017- dicembre 2021). Vale complessivamente 2,48 milioni di euro, ed è nato nel Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell’Università del Salento, in collaborazione con la sede IRSA CNR di Taranto, il Dipartimento di Biologia delll’Università degli Studi Aldo Moro di Bari e l’impresa Maricoltura Mar Grande s.r.l. Il gruppo