Progetto REMEDIAlife, completata indagine ambientale preliminare nel Mar Grande di Taranto: «Risultati migliori del previsto»
Il progetto REMEDIAlife finanziato dalla Comunità Europea, ha come obiettivo il miglioramento dell’ambiente dove si pratica l’acquacoltura, utilizzando organismi biorisanatori
Continua il progetto Remedia Life (REmediation of Marine Environment and Development of Innovative Aquaculture) coordinato dall’Università del Salento e che vede come Partner la sede di Taranto dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero CNR, il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari e l’impresa di acquacoltura Maricoltura Mar Grande S.c.a.r.l. di Taranto. Il progetto è finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito dei progetti programma LIFE Environment della Commissione Europea, con durata di 4,5 anni (luglio 2017- dicembre 2021) e vale complessivamente 2,48 milioni di euro.
Scopo del progetto è migliorare l’ambiente dove si pratica l’acquacoltura, rendendola biologica e in linea con l’ecologia, studiando le prestazioni di un sistema di “acquacoltura multi trofica integrata” nel Mar Grande di Taranto e utilizzando organismi biorisanatori (poriferi, policheti, molluschi e macroalghe) particolarmente efficienti nel rimuovere i “rifiuti” dell’allevamento. Si è conclusa una delle tappe fondamentali del progetto, l’indagine ambientale preliminare. Andando con ordine, questi organismi biorisanatori verranno allevati nei pressi delle gabbie dei pesci nell’Impianto Maricoltura Mar Grande (MMG), è stato quindi necessario un monitoraggio ambientale prima del collocamento dei biorisanatori, che verrà confrontato con il monitoraggio successivo al loro collocamento, per valutare le differenze di qualità dell’ambiente. L’indagine ha avuto inizio nel marzo 2018, con un campionamento per stabilire la situazione invernale, di partenza, ed è stata completata ad agosto, determinando la situazione estiva. I campionamenti sono stati effettuati sia nella colonna d’acqua, sia nei sedimenti, in due aree degli impianti MMG, una che sarà sottoposta al biorisanamento, l’altra che sarà area di controllo. L’indagine preliminare ha riguardato l’analisi del macrobenthos (gli organismi bentonici, che vivono a stretto contatto con i fondali), dei nutrienti, della componente batterica, e l’applicazione degli indici di qualità ambientale. Sono ancora in corso le analisi per la determinazione delle correnti marine.
Un’indagine così dettagliata e che considera una così vasta molteplicità di parametri non era mai stata effettuata prima nella zona oggetto di studio. Il risultato, come sostiene la coordinatrice del progetto, la prof.ssa Adriana Giangrande, docente di Zoologia del DiSTeBA (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali) dell’Università del Salento, è che l’aspettativa era quella di una situazione ambientale di partenza molto più impattata dall’attività di acquacoltura”, ma che sarà comunque sottoposta a un netto miglioramento grazie al metodo di biorisanamento naturale previsto dal progetto.