Comunicato stampa
Remedia Life, il progetto europeo per un’acquacoltura sostenibile
In Puglia nasce un progetto che migliora l’ambiente dove vengono allevati i pesci. E sfrutta perfino la biomassa prodotta
Migliorare l’ambiente dove si pratica l’acquacoltura, rendendola biologica, in linea con l’ecologia: è questo l’obiettivo del progetto Remedia Life (REmediation of Marine Environment and Development of Innovative Aquaculture), finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito dei progetti LIFE Environment. Il progetto, della durata di 4,5 anni (luglio 2017- dicembre2021), che vale complessivamente 2,48 milioni di euro, è nato nel Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell’Università del Salento, in collaborazione con la sede di Taranto dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero CNR, il Dipartimento di Biologia delll’Università degli Studi di Bari e l’impresa Maricoltura Mar Grande s.r.l., ed è coordinato dalla professoressa Adriana Giangrande, docente di Zoologia del DiSTeBA.
Andando nel concreto: quando si allevano pesci, i rifiuti da loro stessi prodotti (feci) e quelli del mangime rimangono nell’ambiente in cui sono allevati. L’accumulo dei rifiuti, causa anche un aumento della carica batterica con la possibilità di infezione per le specie allevate (e quindi per l’uomo che le mangia).
Partendo da queste problematiche, la prof.ssa Giangrande e i promotori del Remedia Life hanno capito che si potevano risolvere agendo direttamente sulla colonna d’acqua, creando una policoltura, dove nei pressi delle gabbie di allevamento vengono allevati mitili, policheti, spugne e macroalghe. E allora, come una sorta di catena di montaggio, l’ambiente resta pulito perché i mitili mangiano il plancton e la sostanza organica di rifiuto, i policheti assorbono anche le pseudofeci dei mitili, le spugne filtrano i batteri, e le alghe utilizzano le sostanze inorganiche di rifiuto (Sali di azoto e fosforo) e così via. Non solo: anche la biomassa prodotta in questo modo viene poi utilizzata, con le alghe si possono fare fertilizzanti e mangime insieme ai policheti, ma questi ultimi possono anche essere venduti come esche oppure, come le spugne, possono essere utilizzati per estrarre sostanze da sfruttare in farmaceutica e cosmetica.
Il cuore del progetto sta proprio nella sperimentazione all’interno di un impianto nel Mar Grande di Taranto, tesa a dimostrare l’efficacia di un sistema di Acquacoltura Multitrofica Integrata (IMTA) di allevamento e coltura di diversi organismi marini biorisanatori. La novità del Remedia Life sta nella proposta di lavorare in un ambiente confinato, più semplice da gestire (finora impianti di questo tipo sono stati realizzati solo in mare aperto) in cui per la prima volta vengono utilizzati invertebrati filtratori e macrolaghe.
Un progetto che, quindi, minimizza l’impatto dell’acquacoltura, come indicato nella Direttiva Europea per la mitigazione degli impatti ambientali, in linea con la cosiddetta “Crescita Blu” (strategia per una crescita sostenibile nell’ambiente marino), e inoltre creando una biomassa utilizzabile fornisce un surplus per l’occupazione.
Tutte le informazioni sul progetto sono disponibili consultando il sito remedialife.eu
Contatti:
Adriana Giangrande 366 2782443 – adriana.giangrande@unisalento.it – Unità di Lecce
Loredana Stabili 3294186094 – loredana.stabili@iamc.cnr.it – Unità di Taranto
Caterina Longo. 338 8876098 – caterina.longo@uniba.it – Unità di Bari
Graziana Basile 339 7000032 – maricolturamargrande@libero.it – Unità produttiva di Taranto